La coscienza cristiana di fronte a rifugiati ed immigrati

volantino 27_04_11

“La coscienza cristiana di fronte a rifugiati ed immigrati”

                Telegiornali, stampa, servizi speciali, conferenze di politici, giornalisti, sociologi ci hanno detto quasi tutto sulla grave situazione degli emigranti dal Nord Africa. Il Centro Culturale San Dionigi e le Acli Pratocentenaro hanno chiesto al prof. don Piero Barberi di presentare un aspetto del problema che quasi mai o mai viene offerto in modo documentato e completo: cosa dice Dio di questa situazione? qual’era la coscienza di Gesù Cristo di fronte all’immigrato? Lo Spirito di Cristo risorto, che ci è dato, crea in noi una coscienza modellata su quella di Gesù: ecco allora il taglio specifico della coscienza cristiana di fronte alle migrazioni, nelle sue componenti umane, bibliche, teologiche e morali .

Abbiamo iniziato con alcune mappe geografiche[1] sulla vastità delle migrazioni mondiali negli ultimi due secoli. La coscienza morale-giuridica di tutta l’umanità si è chiaramente espressa, soprattutto nei riguardi dei rifugiati, a partire dalla fondamentale Convenzione Onu del 1951 sui rifugiati: Articolo 1 – Definizione del termine “rifugiato”. A(2) [Chiunque]… avendo un fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui è cittadino e non può o, a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale paese; oppure non può o non vuole tornarvi a causa di tale timore… Queste persone non possono essere respinte: si deve distinguere il rifugiato, che deve essere accolto, dall’immigrato stabilmente irregolare che potrebbe poi essere re inviato. Articolo 33 – Divieto di espulsione o di respingimento (refoulement) 1. Gli stati contraenti non possono in alcun modo espellere o respingere (refouler) un rifugiato verso le frontiere di territori in cui la sua vita o la sua libertà siano in pericolo per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinioni politiche… È stato istruttivo vedere come l’Africa[2], l’America[3] e l’Europa hanno ulteriormente regolato l’atteggiamento verso i rifugiati. L’Europa, come sappiamo, ha fatto una brutta figura.

La parte maggiore, più importante e bella è stata dedicata alla voce e all’atteggiamento di Dio nella Bibbia. I testi normativi del Pentateuco (Codice dell’Alleanza, Codice di Santità e Deuteronomio) chiedono due atteggiamenti, apparentemente contraddittori, nei confronti del gēr (straniero, forestiero). Rottura e separazione dai popoli stranieri (cananei): Quando il mio angelo camminerà alla tua testa e ti farà entrare presso il Cananeo e io li distruggerò, tu non ti prostrerai davanti ai loro dèi e non li servirai; tu non ti comporterai secondo le loro opere, ma dovrai demolire e frantumare le loro stele. Voi servirete il Signore, vostro Dio[4]. L’altro atteggiamento, molto più insistito, raccomanda rispetto, giustizia e solidarietà verso lo straniero: Non molesterai il forestiero né lo opprimerai (approfittare), perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io darò ascolto al suo grido[5]. E ancora: Per sei giorni farai i tuoi lavori, ma nel settimo giorno farai riposo, perché possano godere quiete il tuo bue e il tuo asino e possano respirare i figli della tua schiava e il forestiero[6]. Il vertice si raggiunge con la richiesta dell’amore del forestiero: Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio[7]. Del NT riporto ora solo 2 momenti. Gesù rifugiato ottiene asilo politico in Egitto: “anche i genitori di Gesù dovettero fuggire dalla propria terra e rifugiarsi in Egitto, per salvare la vita del loro bambino: il Messia, il Figlio di Dio è stato un rifugiato”[8]. Ci siamo allora posti la domanda: Se Gesù rifugiato fosse stato ‘respinto’ dall’Egitto ed Erode lo avesse ucciso … come sarebbe stata la storia dell’umanità, del cristianesimo, di noi suoi discepoli? Il secondo testo costituisce il vertice del NT ed è il giudizio finale: Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Allora il re dirà: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi, perché ero straniero e mi avete accolto. In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, perché ero straniero e non mi avete accolto. Io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me[9].

Il tema biblico è stato ripreso in modo completo dal Magistero, con attenzione ad entrambe le parti. Tutti, dunque, fanno parte di una sola famiglia, migranti e popolazioni locali che li accolgono, e tutti hanno lo stesso diritto ad usufruire dei beni della terra, la cui destinazione è universale. È in questo contesto che va considerato il diritto ad emigrare. La Chiesa lo riconosce ad ogni uomo, nel duplice aspetto di possibilità di uscire dal proprio Paese e possibilità di entrare in un altro alla ricerca di migliori condizioni di vita. Al tempo stesso, gli Stati hanno il diritto di regolare i flussi migratori e di difendere le proprie frontiere, sempre assicurando il rispetto dovuto alla dignità di ciascuna persona umana. Gli immigrati, inoltre, hanno il dovere di integrarsi nel Paese di accoglienza, rispettandone le leggi e l’identità nazionale. Si tratterà allora di coniugare l’accoglienza che si deve a tutti gli esseri umani con la valutazione delle condizioni indispensabili per una vita dignitosa e pacifica per gli abitanti originari e per quelli sopraggiunti[10].

La serata è proseguita con la polemica della Lega nei confronti del Card. Tettamanzi, con i dati precisi sulla presenza di rifugiati ed immigrati in Italia e a Milano, con la dimostrazione della non maggiore criminalità ed infine con un ampio e franco dibattito sul passaggio dai grandi valori cristiani condivisi alle responsabilità operative.

[1] Fornite dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati.

[2] Convenzione Oua (Organizzazione dell’unità africana) del 1969 sui rifugiati.

[3] Dichiarazione di Cartagena (Organizzazione degli stati americani) del 1984.

[4] Es 23, 23-25.

[5] Es 22, 20. 22.

[6] Es 23,12.

[7] Lv 19,33s.

[8] Benedetto XVI all’Angelus del 16-1-2011.

[9] Mt 25, 31-46.

[10] Riporto i passi principali del Messaggio di Benedetto 16° per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (2011) “Una sola famiglia umana”.

Le importanti 110 diapositive superano l’ampiezza disponibile. Saranno inviate volentieri a chi ne fa richiesta all’autore.